Disastro nel Deserto: Come l’uragano ha trasformato il Burning Man in un incubo!

Burning Man
Dopo aver partecipato alla trentasettesima edizione del festival Burning Man, oltre 70mila individui possono finalmente fare ritorno alle proprie abitazioni. Sono rimasti bloccati per un intero periodo di tre giorni nel deserto di Black Rock, situato in Nevada e distante 150 km da Reno, a causa dell’intervento dell’uragano Hilary. Questo violento fenomeno meteorologico ha causato serie problematiche, trasformando l’area circostante il festival in un vero e proprio mare di fango ed acqua, provocando inondazioni che hanno reso praticamente impossibile la via di fuga.
Gli organizzatori di questo immenso evento, sfruttando il loro canale di comunicazione ufficiale tramite i social network, hanno avviato le procedure di partenza per i veicoli e i camper presenti sul luogo, sottolineando con particolare enfasi l’importanza di non ostruire l’unico percorso di uscita disponibile. L’attesa attualmente necessaria per lasciare l’area dell’evento è stimata essere di circa 5 ore. Viralizzate in rete sono divenute le immagini che mostrano lunghe file di automezzi che lottano per lasciare la zona.
Partecipare a quest’evento non è certo una passeggiata. Oltre al costo del biglietto, il quale può variare tra i 225 e i 425 dollari, i partecipanti devono dimostrare un grande spirito avventuroso, nonché una predisposizione ad affrontare una permanenza di ben 10 giorni in un ambiente del tutto unico. Durante questa festa, non è permesso compiere transazioni finanziarie, in quanto si basa interamente sul baratto tra i vari partecipanti. L’acqua, il ghiaccio e il caffè sono forniti direttamente dagli organizzatori. Nonostante il festival fosse inizialmente previsto per terminare il 4 settembre, la vera e propria sfida ora consiste nel gestire la situazione post-evento. Secondo quanto reso noto dallo sceriffo della contea di Pershing, uno sfortunato individuo è deceduto a causa di una grave ipotermia.